CAFFÈ E INFERTILITÀ: ESISTE UN LEGAME?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infertilità come “il mancato concepimento in una coppia dopo 12-24 mesi di rapporti mirati e non protetti” e complessivamente, secondo quanto afferma il Ministero della Salute, questa condizione riguarda circa il 20% delle coppie sotto i 40 anni in Italia. Le cause di infertilità sono numerose, di diversa natura e possono essere a carico di uno solo o di entrambi i partner.

Recentemente, il ruolo chiave che lo stile di vita svolge nella determinazione della salute riproduttiva ha generato un notevole interesse: i cosiddetti fattori di rischio modificabili possono infatti influenzare in modo significativo, sia positivamente sia negativamente, la salute e il benessere generale, inclusa la fertilità. Tra questi fattori ritroviamo l’alimentazione e il peso, in particolare i disturbi del comportamento alimentare come l’obesità e l’eccessiva magrezza, l’eccessiva attività fisica, lo stress psicologico, l’esposizione agli interferenti endocrini ambientali (come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi), l’abuso di alcol, fumo di sigaretta, droghe illecite e per ultimo, ma non per importanza, il consumo eccessivo di caffeina.

La caffeina è un composto chimico naturalmente presente in alcune parti di piante come i chicchi di caffè e il cacao, le foglie di tè, le bacche di guaranà e mate, oltre che nelle noci di cola. Questa sostanza viene consumata dall’uomo da moltissimo tempo, tuttavia è poco noto che la caffeina non è contenuta solo in queste bevande, ma è presente in numerosi altri prodotti che siamo soliti consumare anche quotidianamente, ad esempio nelle cosiddette bevande energetiche, oltre che in quelle analcoliche, insieme ad altri ingredienti come la taurina e il glucuronolattone. È inoltre presente anche in alcuni farmaci e/o creme cosmetiche venduti come dimagranti e anticellulite, nonché all’interno di integratori sportivi. 

È noto che nell’uomo il consumo di caffeina stimola il sistema nervoso centrale e, a dosi moderate, è in grado di aumentare la lucidità mentale riducendo la sonnolenza: è infatti la sostanza psicoattiva più diffusa e più consumata nel mondo. Tuttavia, questo composto può avere effetti sulla salute sia positivi che negativi: alcuni studi indicano che un consumo moderato può conferire un modesto effetto protettivo verso alcune malattie del sistema cardiovascolare e del metabolismo di carboidrati e lipidi, e persino verso il morbo di Parkinson; viceversa, quantità eccessive possono portare a effetti dannosi sulla salute. Tra gli effetti nocivi possono verificarsi alcuni disturbi del sistema nervoso centrale come sonno interrotto, ansia e variazioni del comportamento.

In seguito a una revisione della letteratura scientifica è stato inoltre ipotizzato che il consumo di caffè/caffeina possa influenzare non soltanto i parametri del liquido seminale, quali il volume, la concentrazione, la motilità e la morfologia degli spermatozoi, ma anche l’integrità del DNA spermatico. Benché la maggior parte degli studi non abbia identificato alcuna correlazione tra l’assunzione di caffeina, in particolare da tè o cacao, e l’infertilità maschile, al contrario altri suggeriscono che sia le bevande a base di cola sia quelle analcoliche contenenti caffeina esercitino un effetto negativo sulla qualità dei campioni di liquido seminale analizzati, nello specifico in relazione al volume, al numero e alla concentrazione.

Per quanto riguarda i difetti a livello del DNA dello spermatozoo, l’assunzione di caffeina sembra invece essere associata ad aneuploidia, ovverosia un’aberrazione cromosomica dovuta alla presenza di un numero di cromosomi maggiore o minore rispetto al normale assetto diploide, e a rotture del DNA. Queste condizioni possono comportare uno sviluppo anomalo dell’individuo o, in casi più gravi, indurre un aborto spontaneo nelle prime settimane di gestazione.

Nella donna è stato rilevato che assumere più di quattro caffè al giorno riduce del 25% la fertilità femminile, perché la caffeina tende ad “addormentare” le tube di Falloppio, dove avviene l’incontro tra ovocita e spermatozoo. La dose massima di caffè consigliata è comunque di uno o al massimo due al giorno.

Sebbene quindi alcune prove pubblicate suggeriscano che il consumo di caffeina possa influire sulla funzionalità riproduttiva, i risultati appaiono in contrasto tra loro. I dati presenti in letteratura indicano che l’assunzione di caffeina, in particolare mediante danni al DNA dello spermatozoo, possa influire negativamente sulla funzione riproduttiva maschile nonché indurre eventi avversi specifici durante la gravidanza; al contrario, non è emersa alcuna evidenza di una possibile e certa correlazione tra l’assunzione di caffeina e l’esito di un tentativo di fecondazione in vitro. Saranno quindi necessari ulteriori studi, ben disegnati e con criteri ben definiti, per definire chiaramente l’effetto della caffeina sulla funzione riproduttiva.

Chi sono

Sono un medico specializzato in Ginecologia e Ostetricia, mi occupo di procreazione medicalmente assistita, aiuto le coppie a coronare il loro grande sogno di diventare genitori e le donne ad ascoltare e conoscere il proprio apparato sessuale.

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